L’agenda

Per la farmaceutica la pandemia rilancia la sfida dell’equità

di Francesca Cerati

2' di lettura

La pandemia ha puntato i riflettori sull’industria farmaceutica, con la stampa e il pubblico che insaziabilmente approfondiscono i dettagli degli studi clinici, le specifiche sulle fornitura dei vaccini e sugli aspetti di approvazione normativa. Le aspettative in tema di innovazione, accesso alle terapie e reattività ai bisogni medici sono quindi aumentate. Il modo in cui l’industria risponderà a queste aspettative determinerà la sua attività nei prossimi anni.
La pandemia ha anche accelerato cambiamenti che erano già in corso nel settore farmaceutico. Chi li farà suoi in modo rapido e completo sarà nella posizione migliore per avere successo in futuro. Anche prima della crisi del Covid-19, i board si stavano concentrando sui temi Esg. E in effetti, oltre il 40% delle risorse globali è ora gestito attraverso strategie sostenibili. Tuttavia, la crisi che stiamo vivendo ha sottolineato le disuguaglianze sociali. Il fatto che le persone a basso reddito e i membri di gruppi etnici minoritari abbiano un accesso più limitato alle cure e maggiori probabilità di essere infettati o morire per Covid-19 ha fatto emergere il problema dell’equità nella salute. Le aziende del pharma dovranno quindi assumere ulteriori impegni per affrontare l’agenda Esg, che andranno oltre l’uso dell’energia e delle risorse, ma che comprendono anche l’accesso ai farmaci, la diversità nelle sperimentazioni cliniche, la trasparenza.
In realtà, il mondo farmaceutico nel 2020 ha dimostrato anche che cosa può ottenere quando funziona al meglio. In un clima di totale incertezza è riuscita a mantenere accesi i motori dell’innovazione per trovare nuove cure, ha introdotto misure per prevenire la carenza di farmaci, ha protetto le catene di approvvigionamento, ha offerto supporto a medici e studi clinici, ma soprattutto ha sviluppato vaccini altamente efficaci. Tutto questo in tempi record. Migliorando, di conseguenza, la reputazione del settore. Una percezione positiva che si rispecchia nelle azioni e nelle iniziative che le farmaceutiche italiane hanno messo in campo.
Non a caso, fra le aziende italiane Leader della sostenibilità 2021 della lista creata dal Sole 24 Ore e da Statista, spiccano diverse imprese del comparto (Recordati, Gruppo Chiesi, Bracco, Alfasigma) e sarebbero state anche di più se i requisiti del bando non fossero stati restrittivi (sede principale in Italia, pubblicazione sia della rendicontazione di sostenibilità sia del bilancio civilistico). Tutte, comunque, sono impegnate da anni sul fronte della responsabilità sociale, hanno rafforzato i rapporti con gli stakeholder e lanciato aiuti economici per sostenere le strutture sanitarie nell’emergenza pandemica.
In conclusione, si può affermare che raggiungere gli obiettivi Esg non è solo la cosa giusta da fare, ma una richiesta precisa da parte dei pazienti, dei clienti e degli investitori. La pandemia ha fatto capire alle persone l’importanza della salute di comunità, aumentando le richieste di partecipazione alle aziende del settore. E quando le aziende lo hanno fatto, organizzando raccolte di cibo, donando denaro e attrezzature per la sicurezza, ciò ha rafforzato l’importanza del lavoro Esg. Una “benevolenza pandemica” che va capitalizzata e conservata anche in futuro.

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