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Attualità e Politica

12/11/2019 | 19:55

Orari delle sale con slot e VLT, circolare del Viminale: “Sentenza Tar Lazio conferma validità dell’Intesa Stato-regioni”

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viminale slot vlt

ROMA - Il Viminale scrive a Prefetture e Questure una circolare sugli orari dei punti gioco che ospitano slot machine e Videolotteries (VLT). Agli uffici di tutta Italia – continuamente alle prese con il rilascio dell’autorizzazione di pubblica sicurezza agli operatori di giochi e scommesse che ne fanno richiesta – il Ministero illustra il contenuto di una sentenza di qualche mese fa del Tar Lazio, relativa all’apertura di un locale nella regione. Il Tribunale amministrativo aveva stabilito che gli Enti Locali non possono discostarsi dai contenuti dell’Intesa Stato-regioni firmata il 7 settembre 2017, che ha valenza di “norma di indirizzo per l’azione degli Enti locali costituendo un parametro di legittimità dei provvedimenti adottati”. Quindi, a Comuni e Regioni restano margini di scelta discrezionali solo negli “spazi” lasciati liberi dall’Intesa stessa (peraltro mai ratificata dal previsto decreto del ministero dell’Economia, ndr), che fissava un “tetto” massimo di sei ore di stop agli orari di apertura dei locali in cui sono installate slot machine e VLT.  La scelta del Comune in questione, invece, aveva portato ad un “blocco” di sedici ore del funzionamento di apparecchi automatici da gioco. Secondo la nota del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che Agipronews ha potuto leggere, l’orientamento del Tar Lazio - che aveva bocciato l’ordinanza del Sindaco - presenta aspetti di diretto interesse soprattutto per i Comuni che possono trovarsi nella necessità di intervenire per regolare l’attività dei giochi leciti.  Il Tar, accogliendo il ricorso di un gestore di sala slot, aveva infatti censurato la durata eccessiva del “blocco”, il mancato rispetto dell’atto di indirizzo politico rappresentato dall’Intesa del 2017 e l’assenza di un’intesa con i Monopoli di Stato sulla distribuzione giornaliera dell’orario di gioco, definita dal Tar “una regola procedurale espressione del più generale principio di leale collaborazione, con la conseguenza che la sua violazione – come nel caso in discussione – determina l’illegittimità del provvedimento”. La sentenza, secondo il Viminale, appare indicativa di un orientamento che si viene consolidando, come pare dimostrare l’analoga pronuncia del Tar Lazio del 15 maggio scorso.  NT/Agipro

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