I sindaci del centrosinistra: «Siamo penalizzati e senza fondi»

Giacomina Pellizzari / udineIl centro polifunzionale di Campoformido, l'ecopiazzola di Cassacco, la palestra comunale di Corno di Rosazzo o la copertura in erba sintetica di un impianto sportivo di Artegna sono opere a valenza regionale? Se si perché lo stesso criterio non è stato applicato per il completamento della pista ciclabile di Treppo Grande o la creazione del centro turistico in una caserma Napoleonica a Palmanova proposta da 10 Comuni? Queste sono solo due delle 186 domande non finanziate dalla Regione in assestamento di bilancio.I sindaci del centrosinistra sono convinti che la Regione anziché applicare i criteri che si era data con specifica delibera abbia privilegiato le amministrazioni di centrodestra, trascurando la concertazione con gli enti locali. Il tema è stato sviscerato, ieri, dal direttivo dell'Anci, l'associazione sindacale dei Comuni. «La concertazione fra Regione ed enti locali, che, poche settimane fa, ha distribuito 140 milioni di euro di cui 37 aggiunti con un emendamento in aula, ha suscitato non poche critiche per la poca trasparenza e la discrezionalità ammessa e rivendicata con durezza dall'assessore regionale Roberti» spiegano i primi cittadini di Treppo Grande Manuela Celotti, di Ruda Franco Lenarduzzi, di Basiliano Marco Del Negro, e i vice sindaci di Buttrio e Palmanova, Tiziano Venturini e Francesco Martines, il quale si dice pronto a inviare una segnalazione alla Corte dei conti. Complessivamente la Regione ha finanziato 114 opere per un importo complessivo pari a 140 milioni di euro.«Diversi sindaci dei comuni esclusi, denunciano per la seconda volta - nel 2021 altri 150 milioni sono stati assegnati senza applicare i criteri previsti - l'esclusione dal riparto dei fondi che sembra premiare i Comuni di centro destra» sostengono Celotti, Lenarduzzi, Del Negro, Martines e Venturini nel soffermarsi sui criteri definiti dalla Giunta regionale per la presentazione delle domande, gli stessi che non sono stati applicati per individuare le opere a valenza regionale. «I 140 milioni di euro non sono poste puntuali inserite in assestamento, bensì una manovra frutto della piena discrezionalità della Giunta, che non motiva le proprie scelte». Così i cinque amministratori alla vigilia della seduta del Cal, dove oggi il problema sarà nuovamente posto dai comuni. Ieri, al direttivo dell'Anci, il presidente Dorino Favot ha invitato pure l'assessore Pierpaolo Roberti, e le critiche non mancano. «L'Anci, in veste di sindacato dei Comuni, dovrebbe affrontare i problemi, senza consentire alla Regione di entrare a gamba tesa bacchettando chi esprime opinioni diverse» affermano Celotti, Del Negro, Lenarduzzi, Martines e Venturini non senza chiedersi: «Se l'Anci non può entrare nel merito dei temi di questa portata quale ruolo e quale autonomia può avere nell'interlocuzione con la Regione?». Ecco la risposta: «I comuni si aspettano che l'Anci sia la loro portavoce e non della Regione e che abbia un ruolo attivo nel proporre criteri più equi e trasparenti di ripartizione delle risorse. Se così non sarà la gestione dell'associazione dovrà assumersi le responsabilità per le possibili fratture interne che si verranno a creare». Secondo i tre sindaci e i due vice «quella applicata dalla Regione per l'assegnazione dei fondi non è concertazione». --© RIPRODUZIONE RISERVATA