Sindaci contro l'AsuFc: «Atto aziendale fondato sulla centralizzazione»

Dopo i quesiti posti dalla Rappresentanza ristretta dei sindaci del territorio afferente all'AsuFc sull'atto aziendale, ora a farsi sentire sono altri primi cittadini della provincia, ovvero Manuela Celotti, sindaca di Treppo Grande, Franco Lenarduzzi, sindaco di Ruda, Albina Montagnese, sindaca di Moruzzo e Marco Del Negro, sindaco di Basiliano che mettono in discussione le scelte organizzative dell'AsuFc, contenute nell'atto aziendale, «che - affermano - determineranno l'assetto della sanità provinciale ed è doveroso che i sindaci si preoccupino di capire cosa accadrà agli ospedali di rete e ai distretti, che sono, insieme ai medici di medicina generale, i primi presidi sul territorio. Pare delinearsi un'idea di ospedale unico con alcune sedi distaccate e questa ipotesi preoccupa diversi sindaci perché, se così fosse, verrebbero messe in crisi le dinamiche di integrazione territoriale tipiche degli ospedali di rete, che vanno invece rinforzate». Il nocciolo della questione, già evidenziato nei giorni scorsi anche da tanti ex primari degli ospedali di rete, è proprio il ruolo che sono destinate a ricoprire queste strutture sanitarie. «Alla luce dell'incontro sulla presentazione dell'atto aziendale le perplessità e le preoccupazioni aumentano - sostengono i quattro sindaci -. Chiedere quali sono i rapporti tra ospedali centrali hub (ospedali di riferimento) e ospedali di territorio è lecito e legittimo». Sindaci peraltro sconcertati da un'ipotesi di denuncia: «Non solo un diritto, ma anche un dovere dei sindaci preoccuparsi dei propri ospedali di riferimento, evidenziando le problematiche e chiedendo delle risposte. La questione della nomina dei primari è quindi cruciale per il buon funzionamento dei reparti e dell'intera organizzazione. Il direttore generale - aggiungono - comprenda che costruire buone relazioni con i territori, visto il cruciale momento che sta attraversando la sanità friulana, risulta indispensabile per l'attuazione del Pnrr e anche, più semplicemente, per definire delle strategie condivise e partecipate per il superamento di questo momento di grave crisi».Sindaci, insomma, in rivolta, per le presunte denunce alla Procura riguardo posizioni e nomine dell'Azienda: «Se il direttore generale è a conoscenza di ipotesi di reato, comprenda che l'autorevolezza non gli viene data dalla semplice nomina, ma dalle modalità con cui esercita il suo ufficio. Antipatico poi - dicono ancora i sindaci - è il modo in cui liquida la preoccupazione dei 15 ex-primari che hanno sottoscritto una lettera firmata (pubblicata dal nostro giornale). Dovrebbe comprendere che se hanno parlato loro, ben 15 ex primari, probabilmente è perché possono esprimere liberamente senza pressioni o condizionamenti quel largo sentire che molti professionisti all'interno dell'azienda non possono sicuramente esercitare. Caporale - concludono i primi cittadini - pensi ai territori che hanno dato così tanto sia in epoca di Covid. Invece manca l'attenzione ai distretti sanitari, sui quali vi è stata una non convincente rassicurazione che quanto viene attualmente reso non subirà delle diminuzioni». --l.z.