Il sindaco alla Regione: si apra anche da noi una casa di comunità

rudaNessun coinvolgimento degli amministratori locali, in particolare della Bassa friulana, sull'istituzione delle case di comunità, i super ambulatori dove ci saranno il medico di famiglia, il pediatra di libera scelta, il medico specialista, l'assistente sociale e l'infermiere di comunità, così da evitare il ricorso al Pronto soccorso per i casi non gravi. A sottolinearlo è il sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, dopo l'approvazione della delibera con cui la giunta regionale ha fissato le linee guida per la gestione del servizio e le modalità di assegnazione dei 34 milioni destinati alla 52 case di comunità.«Purtroppo ne emerge che questi fondi saranno destinati senza nessun coinvolgimento dei territori e in particolare della Bassa. A dicembre - afferma Lenarduzzi - avevamo promosso una manifestazione d'interesse, offrendo un immobile comunale per insediare a Ruda una casa di comunità, senza però ottenere neanche una risposta alla lettera inviata. Speriamo che chi agisce e definisce le scelte, colga le vocazioni e le esigenze dei territori. Qui abbiamo una lunga tradizione di assistenza. Con i nostri medici di base, che ringrazio, e i volontari della Protezione civile abbiamo saputo organizzare un centro tamponi e vaccinale che ha servito un bacino di 30 mila abitanti». A Ruda sono operativi un infermiere di comunità da più di 20 anni, un centro sperimentale per l'autismo e le diversità cognitive, l'Auser, a maggio aprirà un centro per il "dopo di noi" in base alla convenzione tra Campp, ambito socio-assistenziale e Comune e viene gestita l'accoglienza dei profughi. «Crediamo quindi - conclude Lenarduzzi - di aver voce in capitolo e chiediamo il dialogo con la Regione». --