Stop al centro Cri per gli ucraini I sindaci della Bassa: va riaperto

Francesca Artico / PALMANOVASmobilitato il centro tamponi della Croce rossa di Palmanova dedicato all'accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra: il servizio sarà accentrato nell'area dell'ente Fiera alle porte di Udine. Il Centro, aperto nella sede della Cri, era punto di riferimento per tutta la della Bassa friulana. I sindaci dei comuni di Palmanova (Giuseppe Tellini), Cervignano (Gianluigi Savino), San Giorgio di Nogaro (Pietro Del Frate), Bagnaria Arsa (Elisa Pizzamiglio), Campolongo Tapogliano (Alberto Urban), Chiopris Viscone ((Raffaella Perusin), Fiumicello Villa Vicentina (Laura Sgubin), San Vito al Torre (Doretta Celott), Ruda (Franco Lenarduzzi), Terzo d'Aquileia (Giosualdo Quaini) e Torviscosa (Enrico Monticolo), non ci stanno e chiedono il mantenimento del servizio a tutela delle persone più deboli. E alla loro preoccupazione si aggiunge quella del presidente della Cri, Denis Raimondi, per le ripercussioni che si potrebbero avere contro la diffusione del Covid «per la difficoltà ne raggiungere Udine, che disincentiverà le persone a sottoporsi al test che da noi era gratuito».Il Centro della Cri dalla sua attivazione, il 12 marzo, ha accolto 150 ucraini, di cui 76 minori, facendo prima accoglienza e dando risposte sanitarie, oltre ad aver eseguito 135 tamponi Covid e ad aver fornito assistenza nell'ottenimento della tessera sanitaria provvisoria (Stp). «Oltre a ringraziare, doverosamente, la Cri di Palmanova per il rapido e professionale lavoro svolto finora - dicono i sindaci -, crediamo sia ancora importante mantenere i vari presidi territoriali. Il Centro forniva un servizio a tutta l'area della Bassa friulana. Gli spostamenti di queste persone, già in difficoltà per essere fuggite dal proprio paese, sono difficoltosi. A questo si aggiunge il rispetto delle norme anti Covid difficili da rispettare durante le fasi di trasporto verso Udine, mentre è da disincentivare il trasporto con l'uso di automezzi dei Comuni di potenziali ospiti positivi al Covid. Lo screening fatto fino a oggi con i tamponi eseguiti dalla Cri di Palmanova era la scelta più mirata per prevenire la diffusione. La Cri - concludono i sindaci - li sapeva gestire con professionalità ma anche con la giusta cura e umanità: è il loro compito istituzionale sancito dallo statuto e affidato loro dalle convenzioni di Ginevra». Il presidente della Cri ricorda inoltre che «i cittadini ucraini che giungevano nel nostro territorio venivano sottoposti ad uno screening socio sanitario, si censivano i loro bisogni assistenziali in concerto con un mediatore linguistico, per fornire risposte alle emergenze evidenziate: ora si rischia di perdere tutto questo lavoro». «Penso che l'emergenza vada gestita in modo capillare accanto alle amministrazioni locali - conclude Raimondi -, pur riconoscendo lo sforzo di accentrare tutti i servizi in un unico Hub». --© RIPRODUZIONE RISERVATA