ARTI<>STA ha il piacere di presentare, il prossimo 2 Aprile, la personale dell’artista Igor Grigoletto con i suoi lavori SPORTINE e LEGAMI

Così Igor Grigoletto, in un dialogo a cura di Caterina Atropia, Francesca Bresciani, Alessia Calzoni, Mariavittoria Crescini, Ludovica De Vivi, Melissa Freti, Giulia Gandini, Joelle Lupi, Sulbie Osmani, Alessia Pietropinto, Laura Pintossi, Lorenza Romeo, Giulia Saiani, Natalie Zangari, definisce il suo lavoro:

… Tutto scaturisce dalla continua e incessante ricerca del mezzo più espressivo per descrivere o narrare un legame: a ogni segno viene associato un ricordo, molte volte si possono vedere le cuciture originali dei sacchi di juta, cuciture salde, solide, durature che chiudevano e racchiudevano in sé vecchi lembi di tela dalle quali non doveva perdersi nulla della fatica dell’uomo che questi contenevano …

… Attraverso le mie opere voglio esprimere la mia dimensione interiore e fare emergere la nostalgia per il passato, il legame con mio padre, che non c’è più. La mia arte riflette il concetto di legame in senso ampio come qualsiasi esperienza di vita che si ripercuote nel nostro agire attuale e che allo stesso tempo porta con sé qualcosa che è stato. I legami inoltre comprendono le emozioni, l’amore per le cose, le persone, il territorio, la cultura …

… Tutto si origina dalle immagini che si affacciano alla mia mente e che stimolano la mia intuizione e la mia immaginazione quando osservo un qualsiasi potenziale supporto per l’opera, sia un legno, un ferro o una lastra di vetro. Attraverso questi spunti prefiguro l’eventuale opera finale. È come se i materiali, i supporti, che utilizzo racchiudessero in sé l’immagine latente delle mie intenzionalità …

… I materiali che più mi rappresentano sono quelli concreti. Tutti indistintamente mi permettono di esprimermi. Sono un ricercatore del linguaggio, sempre alla ricerca di elementi nuovi. In questo momento sono particolarmente attratto da materiali poveri a cui do un valore aggiunto con il mio intervento. Ogni supporto, ogni oggetto contiene e racchiude in sé un valore  ulteriore, non scoperto e utilizzato solitamente, ad esempio la rete metallica viene utilizzata in carpenteria per la realizzazione di manufatti verticali o orizzontali per erigere installazioni in cemento, ma nel mio caso diventano strutture sulle quali imprimo i miei segni …

… La linea non è concepita come strumento separatore, bensì come elemento di unione. Essa unisce e lega e, perché questo accada, si presuppone che all’interno della composizione vi siano elementi distaccati e lontani. L’estetica è una conseguenza del processo evolutivo del mio pensiero. I colori appartengono al mio Io. Sono di forte impatto e contrasto, capaci di trascrivere l’espressione del mio pensare. Rosso come simbolo di passione, fuoco, calore… Giallo la solarità, la vitalità… Bianco e nero, invece, come semplicità che determina il contrasto.

Ho sempre cercato di catalizzare l’attenzione dello spettatore e, indirizzato dai particolari delle mie opere, voglio che non si distragga. Dai contrasti cromatici come bianco-nero o rosso-giallo contrasti semplici, ma molto diretti, cerco di essere il più incisivo possibile nel definire e specificare la mia narrazione …

BIOGRAFIA

Igor Grigoletto nasce a Sanremo nel 1972. Dopo essersi diplomato all’istituto d’arte di Imperia nella sezione di decorazione pittorica, decide di proseguire gli studi frequentando l’accademia Albertina di Torino, sezione di pittura.
Collabora con compagnie teatrali dove progetta e realizza fondali scenici per la compagnia teatrale “l’utopia ovvero la filocomica” all’interno del teatro ARISTON di Sanremo. Frequenta un corso privato di lavorazione TIFFANY del vetro e di qui inizia la sua attività artigianale dove, nel suo percorso lavorativo, ha la possibilità di farsi conoscere grazie al suo estro che lo differenzia dai sui colleghi. Nei primi anni crea ed espone sia a Sanremo che a Parma collezioni di complementi d’arredo moderni, di design, realizzati con una tecnica antica, la tecnica TIFFANY. In questo periodo riceve anche il riconoscimento il premio LA STAMPA e il premio “OPASI” per la progettazione di arredi in marmo.
Il richiamo della tela e dei colori, lo riportano sui vecchi passi, così nel 2018 riprende a produrre quadri che lo portano ad un crescendo di opere. Dopo aver lavorato su vari supporti come sacchi di juta, fiscoli (detti anche sportine), reti metalliche e sculture in metallo, ritorna alla materia che più conosce e lavora… il vetro. Lo studio della linea, sotto ogni sua forma, nasce dalla ricerca di segni, “lettere” che fuoriescono dalle superfici grazie ad incroci di linee sottostanti, non visibili ma presenti. Le opere sembrano un susseguirsi di scritture senza fine, che non obbediscono, apparentemente, a codici ma di una libera estetica.