mercoledì 7 novembre 2012

10 L'AUSILIO OTTICO IN ODONTOIATRIA ED ODONTOTECNICA

Luca Martinelli

L'ausilio ottico in odontoiatria ed odontotecnica

Pubblicazione n. 10 - 07 Novembre 2012
(Estratto da "Dispense didattiche per la formazione e l'aggiornamento degli agenti e rappresentanti di commercio" - Marzo 1999 - Edizione ASA Dental Spa)

1. SISTEMI TELESCOPICI 
Indubbiamente i sistemi ottici d'ausilio alla vista sono una realtà consolidata nel tempo, tuttavia questa realtà non è ancora riuscita ad entrare appieno nella cultura sanitaria dentale.

E' d'altronde vero che questi sistemi solo oggi ci permettono un rapporto prezzo-qualità accettabile, rapporto che fino a tempi passati non lontani era direttamente proporzionale al prezzo.

Probabilmente un'altra causa, confermata da una statistica, è la scarsa conoscenza che gli operatori hanno sui sistemi ottici telescopici.

Non potendo quindi dare per scontata la conoscenza delle ottiche di ingrandimento riteniamo opportuno, per tutti noi, riprendere alcuni concetti di base relativi appunto ai sistemi ottici che ci interessano.

A seconda del modo di costruzione i sistemi telescopici possono essere divisi in due concetti, generanti ognuno un sistema diverso: sistema Galileiano e sistema Kepleriano.

1.1 Il sistema Galileiano 
E' costituito da una associazione di lenti che si basa, appunto, sul concetto del telescopio di Galileo.
In pratica una lente positiva è adottata, come obiettivo, un'altra lente, negativa, funge da oculare e raddrizzatore d'immagine.

Costruendo questo sistema con lenti a forte ingrandimento e focali corte si possono ottenere telescopi molto compatti, tali da poter essere montati su occhiali o caschetti.

1.2 Il sistema kepleriano (anche impropriamente detto Prismatico) 
E' composto da una lente obiettivo ed una lente oculare, entrambe positive, con conseguente formazione d'immagini rovesciate.
Il raddrizzamento dell'immagine, in questo caso, avviene mediante l'introduzione di prismi all'interno dei sistema.
In apparenza simile al sistema Galileiano, permette in realtà di avere degli ingrandimenti, sia da breve sia da lunga distanza, più elevati rispetto a quest'ultimo, se pur con un conseguente restringimento del campo visivo e della profondità del fuoco.

1.3 Vantaggi e svantaggi dei due sistemi 
Nel sistema Galileiano si verificano delle aberrazioni sferiche e cromatiche.  In altre parole osservando nel centro di un reticolato a maglie quadre (ad esempio un foglio di carta a quadretti) vedremo un immagine perfetta, mentre ai margini dei campo visivo vedremo un immagine deformata ovvero il quadretto del nostro foglio sembrerà un barilotto; questo fenomeno prende il nome di aberrazione sferica.

Osservando invece un soggetto illuminato da luce naturale o luce artificiale, si noterà intorno ad esso una sfumatura di colore causata dalle lenti che scompongono la luce;
questo fenomeno prende il nome di aberrazione cromatica.

Inoltre, sempre nel sistema Galileiano, le aberrazioni di cui abbiamo detto aumentano in maniera proporzionale all'ingrandimento, tanto da sconsigliare la costruzione di sistemi con ingrandimento oltre il 3X.

Questo sistema è però anche un sistema economico, in quanto privo di prismi al suo interno.

Misurando poi la distanza che intercorre fra oculare ed obiettivo, ci rendiamo conto che si tratta di ottiche di poco ingombro e quindi anche di scarso peso.

Nel sistema Kepleriano (prismatico) le aberrazioni sono quasi inesistenti, la definizione dell'immagine è nettamente superiore a quella dei sistema Galileiano ed inoltre a maggior distanza di lavoro (focale) si ha anche una maggior profondità di campo.

Di contro abbiamo un costo superiore, un maggior ingombro ed un maggior peso.

2. L'IMPIEGO 
L'uso o meno di questi strumenti va valutato di volta in volta a seconda
dell'intervento che deve essere svolto.

Ad esempio, dovendo effettuare delle preparazioni dentali, non indosseremo i gruppi ottici sin dall'inizio dell'intervento ma piuttosto in ultima fase ( dopo aver cioè asportato il grosso dei tessuto dentale e controllato altezza e parallelismo dei monconi ) per eseguire ad esempio una spalla od altra particolare operazione che richieda maggior precisione.

Così anche in laboratorio useremo il sistema non quando si modella cera o ceramica ma piuttosto per controllare, ad esempio, le chiusure al bordo dell'elemento fuso od i margini di un inlay ecc..

Abbiamo ritenuto utile, per avere una panoramica immediata di impiego, esporre in due schede i casi più comuni e frequenti in cui sono utilizzati i sistemi di ausilio ottico.

2.1 In studio
-preparazioni dentali;

-posizionamento delle corde di retrazione;

-controllo dell'impronta rilevata;

-apertura dei tessuti e controllo dell'impianto sommerso;

-controllo della chiusura, sull'elemento preparato, di corone, perni moncone, maryland bridge, intarzi ecc.;

-per l'esecuzione di otturazioni fino alla rifinitura dell'azione conservativa e o ricostruttiva.

2.3 In laboratorio 
-Controllo della chiusura delle fusioni (corone, perni moncone, intarzi,
maryland bridge, ecc.);

-controllo delle ceramiche a giacca, delle strutture eseguite con FRC
stampato, o con resina acrilica acetalica e composita;

-controllo delle saldature;

-controllo dei fresaggi e controfresaggi;

-analisi interna degli attacchi saldati e delle realizzazioni dai calcinabili,

-controllo di eventuali bolle, fessure o microporosità nelle fusioni;

-controllo dei modelli di lavoro (in particolare per individuare zone poco chiare e controllare anche l'interno dei canali radicolari;

-controllo dei manufatti su impianti (modelli con analoghi).

Probabilmente ognuno di noi potrebbe indicare ulteriori procedure di controllo in più a quelle su elencate, tuttavia quello che adesso forse più c'interessa è sapere quale sistema e quali ingrandimenti siano più usati.

Il sistema Galileiano più usato è il 2X grande campo montato su occhiaie.

Questo sistema, permette un'ampia libertà di movimento grazie alla sua buona profondità ed ampiezza dei campo visivo, inoltre, su alcuni modelli, garantisce un minimo di barriera protettiva grazie alla possibile applicazione di una mascherina che si inserisce semplicemente sulla montatura stessa degli occhiali e senza che quest'ultima interferisca con il gruppo ottico.

Questo occhiale è in genere adottato da coloro che desiderano una
migliorazione dei campo visivo senza eccessive pretese.

Il sistema Kepleriano più usato è il 3X e 4X richiesto in genere su occhiali
dagli odontotecnici e su caschetto dagli odontoiatri.

Sul caschetto è  possibile applicare uno schermo di protezione totale in genere in acetato antiappannante.

Su di essi è inoltre possibile, per avere un'illuminazione fredda e senza ombre sul campo operativo, applicare, coassialmente all'asse visivo, un condensatore di luce con prismi ottici direttamente sul gruppo ottico.

Per quanto concerne gli odontotecnici, va però aggiunto che proprio per le diverse peculiarità del lavoro che svolgono, rispetto al dentista, stanno aumentando richiesta ed uso dello stereo microscopio.

I microscopi, generalmente, montano sistemi prismatici e possono avere obiettivo fisso od a revolver ed oculari per mezzo delle cui combinazioni è possibile ottenere ingrandimenti diversi compresi, in media, fra il 5X ed il 40X.

Esistono tuttavia microscopi con zoom con i quali è possibile, ad esempio con un range dello zoom compreso fra 0.7X e 4.5X ed oculari 20X, avere degli ingrandimenti che variano fra 14X e 90X.

Questo significa quindi che possono anche essere ingrandite solo alcune
parti desiderate del soggetto osservato.

Naturalmente anche al microscopio può essere applicato il sistema di illuminazione a fibra ottica; in questo caso l'illuminazione, per evitare ombre, sarà bilaterale, ovvero a destra e sinistra dell'obiettivo.

In ultimo facciamo cenno ad un altro sistema di ausilio ottico, che fa uso della telecamera, ovvero il video-ingranditore per l'odontotecnico e la telecamera per il dentista.

Il soggetto è osservato attraverso un video ed in questo caso l'immagine può essere ingrandita attraverso uno zoom che va mediamente da 3X a 20X fino a 40X od essere fissa con ingrandimenti generalmente di 10X.

Può inoltre avere particolari caratteristiche come la reversibilità dell'immagine, da positivo a negativo e viceversa, molto importante per l'osservazione delle zone "difficili" ed una "fessura" elettronica che, regolabile a piacere, permette di isolare la parte a cui dare rilievo oscurando il resto dell'immagine.

L'eventuale applicazione di un software informatico a questi strumenti permette inoltre di poter elaborare le immagini e/o inviarle dal laboratorio allo studio tramite modem.

Nel caso dello strumento da studio abbiamo sempre un'immagine osservata attraverso un video ma con caratteristiche diverse.

Gli ingrandimenti possono essere di 5X per una visione panoramica extraorale o 12X per una visione intraorale, con l'ausilio dello specchietto, o di 16X per una visione diretta senza l'ausilio dello specchietto.

A proposito dello specchietto, dobbiamo sottolineare che in questo caso facciamo riferimento allo specchietto montato sulla telecamera dove quest'ultima assume il ruolo di "manico" e sul quale, fra l'altro, possono essere montati, al posto dello specchietto, altri strumenti, come ad esempio una sonda, mantenendo lo stesso controllo a video dell'immagine diretta.

Questi sistemi, pur non avendone le stesse caratteristiche, sostanzialmente si comportano come un microscopio.

Naturalmente anche in questo caso è possibile avere l'illuminazione del
campo operativo con fibra ottica.

3. Conclusioni 
Da questa panoramica possiamo trarre la conclusione che l'ausilio di mezzi ottici di ingrandimento, generalmente ricollegati solo alla microchirurgia od ai laboratori di prova e controllo, trova altresì impiego e con successo, in molti campi di applicazione odontoiatrica ed odontotecnica con risultati stupefacenti per chi non ne aveva mai fatto uso in precedenza.

Questi sistemi sono oggi accessibili a prezzi relativamente bassi ed offrono una serie di optional molto utili e ben congegnati.

Non ultimo, per chi ha problemi di vista, i gruppi ottici permettono l'inserimento di lenti correttive sia sugli occhiali che all'interno degli obiettivi stessi.

4. Glossario
ABERRAZIONE:        incapacità per una lente (per un obiettivo) di dare un'immagine completamente a fuoco.
I raggi luminosi provenienti dai punti materiali che costituiscono il soggetto non sono resi esattamente come punti sull'immagine fotografica.

ABERRAZIONE CROMATICA: incapacità di un obiettivo di produrre sullo stesso piano focale i diversi colori presenti nel soggetto.
Sfumature di colore rilevabili intorno al soggetto osservato causate dalle lenti che scompongono la luce.

ABERRAZIONE SFERICA: distorsione presentata dall'immagine tracciata da un qualsiasi sistema ottico, rispetto all'asse normale.

CAMPO VISIVO: diametro del campo circolare osservato attraverso uno dei sistemi ottici presi in esame.

FOCALE: distanza fra il centro ottico ed il punto di fuoco.

LENTE NEGATIVA: lente semplice che diverge i punti luminosi provenienti da un punto. 
Di forma concava.

LENTE POSITIVA: lente semplice in grado di convergere la luce in un punto.
Di forma convessa.

OBIETTIVO:      singolo elemento o insieme di più superfici di vetro, in grado di deviare la luce.

In linea di principio se ne conoscono due tipi: i positivi (convessi) che fanno convergere in un punto i raggi luminosi su di essi incidenti e i negativi (concavi) che divergono i raggi luminosi.

OCULARE:        sistema ottico che permette di raccogliere ed osservare l'immagine reale fornita da un obiettivo; è così detto perché è posto dalla parte dell'occhio dell'osservatore.

ZOOM: obiettivo a lunghezza focale variabile.

PROFONDITA DI CAMPO (campo di profondità focale): distanza che intercorre tra il punto più vicino e quello più lontano dal soggetto traguardato ancora in grado di godere di una buona definizione d'immagine sullo stesso piano di messa a fuoco.

In altre parole quell'intervallo, lungo lo stesso asse, entro il quale pur
muovendo il soggetto osservato esso rimane a fuoco.

PRISMA: Mezzo trasparente in grado di deviare la luce sotto angoli la cui ampiezza dipende dalla lunghezza delle onde.



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